La lettura dell’origine di Napoli di Matilde Serao ha portato tutti noi nella tradizione, nelle leggende, in una nuova dimensione dove tutto è amore, immortale e fluido. La Grecia come terra che partorisce Napoli e l’amore che la nutre, la fa crescere.
Una Napoli intensa e romantica, che sorge dalla più classica delle “fuitine” d’amore.
Napoli che vogliamo raccontare attraverso la tradizione greca dei 4 Elementi, l’amore e la memoria come fil rouge nel quale potersi perdere, per scoprire il ventre della nostra città, per poterne capire il senso più profondo e a volte sconosciuto. Gli elementi vitali per descrivere la nostra terra: terra di accenti, di fragranze, di tradizioni.
Ogni cosa presente nel nostro mondo terreno era secondo i greci composta da i quattro elementi.
A Napoli ed in Campania, Terra, Fuoco, Aria e Acqua convivono armonicamente e si nutrono reciprocamente. L’anima della città è composta dalle persone che in qualche modo la amano, la osservano, la scoprono.
Vi invitiamo perciò a condividere e raccontarci la vostra Napoli, il vostro sguardo sulla città attraverso gli elementi vitali, proponendoci i vostri luoghi, le vostre scoperte, i vostri scorci. Scriveteci, quindi, le vostre idee, i vostri nessi tra Napoli e la Campania in generale ed i 4 elementi così da potere costruire insieme una serie di percorsi per capire e conoscere meglio questa terra.
Proponiamo, adesso, la nostra Napoli attraverso i primi due elementi: Acqua e Fuoco. Siamo partiti da alcune frasi di “Leggende Napoletane” di Matilde Serao e da lì vogliamo cominciare il nostro racconto, il nostro viaggio.
Acqua
“…sino al mare si spande il lusso irragionevole, immenso, sfolgorante di una natura meravigliosa”
Elemento predominante, l’acqua colora d’azzurro tutta la città (squadra di calcio compresa).
Stesa sul mare, Napoli sembra guardare le sue isole adagiando la testa sul monte Echia.
L’acqua che impreziosisce ogni angolo con i suoi coralli (famosi quelli di Torre del Greco, da ammirare a Napoli allo show room Ascione) e dona benessere e relax attraverso i suoi centri termali (Agnano, Stufe di Nerone, Terme di Castellamare, Telese, Ischia). L’acqua è protagonista di un’originale manifestazione folcloristica: ‘A chiena a Campagna in provincia di Salerno ad Agosto. Consiste nel deviare il corso del fiume Tenza nelle strade del centro storico, dando così la possibilità ai turisti e agli abitanti locali di rinfrescarsi del caldo estivo attraverso giochi d’acqua, a “secchiate”. Un evento singolare che richiederebbe sicuramente uno spazio maggiore. Il mare che diventa palcoscenico perfetto per la festa di Sant’Anna ad Ischia. Il 26 luglio si assiste nello specchio d’acqua antistante il Castello Aragonese ad una sfilata di barche o meglio, zattere, addobbate con disegni e rappresentazioni allegoriche. Sempre nella stessa serata, un altro momento magico è l’incendio del Castello Aragonese che lascia davvero senza fiato. Ed infine completano la serata, gli immancabili e suggestivi fuochi d’artificio. Acqua che nutre il fuoco. Fuoco che illumina acqua, aria e terra
Fuoco
“…essi hanno chinato i loro volti sui crateri infiammati, paragonando la passione incandescente della natura alla passione del loro cuore” Il fuoco da sempre riscalda l’anima della città.
Fuoco di passione, una passione che a volte illumina, a volte distrugge. Come l’amore.
L’anima della città legata al Vesuvio che simboleggia perfettamente le due facce dello stesso sentimento. Vesuvio che distrugge Pompei ed Ercolano. Vesuvio che arricchisce con il suo profilo la baia di Napoli e il paesaggio mozzafiato che regala una passeggiata nel suo cratere con un visita all’Osservatorio Vesuviano da dove il volto della città risulta ancor più affascinante. Folclore e fuoco il 17 gennaio in centro a Napoli, nella festa d’ò cippo di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali, che inizia dall’illuminazione di tutte le strade e per i vicoli della città per mezzo di piccoli e grandi falò, i cosiddetti “cippi”. Tutte le famiglie partecipano all’opera di illuminazione, e, al grido di “menate, menate”, lanciato dalla moltitudine dei bambini, da ogni finestra vengono calati nei canestri legati alle funi (i panari), tutti gli oggetti che in casa non servono più e che potrebbero favorire un bel fuoco. Nel frattempo nel quartiere Carlo III, quello dedicato al Santo, spuntano centinaia di bancarelle e di venditori ambulanti di “soffritto“, un composto di interiora e salsa di pomodoro, che si mangia con la pasta o sul pane abbrustolito. Masaniello, il simbolo degli scugnizzi napoletani iniziò la sua rivolta durante i preparativi della festa del Carmine dove il fuoco diventa simbolo di sacralità e devozione. Il 15 luglio di ogni anno ho luogo il tradizionale simulacro dell’ incendio del campanile in piazza del Carmine in onore della Vergine Maria. Tra gli applausi della folla festante, gli inni dei fedeli e il suono delle campane, il campanile s’illumina e s’incendia. Compare, poi, l’effigie della Madonna del Carmine che compie il miracolo domando e spegnendo «l’incendio», e salvando così il campanile. Il lavoro di abili fuochisti regala in questa festa uno spettacolo davvero unico ed esaltante.