MICE Italia: il quadro della Meeting Industry ad oggi
Dopo l’estate 2020, che ricorderemo per così dire, diversa, siamo finalmente giunti a Settembre. Ma cosa aspettarsi per il futuro degli eventi?Il comparto del MICE Italia, formato da oltre 13 mila aziende, genera un fatturato di oltre 20 miliardi e un margine occupazionale a sei cifre. Il settore della Meeting Industry ha rappresentato fino allo scorso 2019 il motore del turismo italiano. Ciò nonostante, i professionisti del congressuale sono stati i primi a fermarsi e gli ultimi a ripartire; questo almeno sulla carta.
MICE Italia: le richieste degli operatori
Fin dall’ inizio della pandemia da Coronavirus, le maggiori associazioni di categoria, tra cui Federcongressi&eventi hanno palesato l’esigenza di aiuti e sostegni da parte delle Istituzioni, avanzando proposte e istanze per cercare di salvaguardare l’industria degli eventi. Sostanzialmente le richieste si sono focalizzate sulla tutela delle risorse umane e occupazione attraverso agevolazioni economiche ed ammortizzatori sociali, sostegno alle imprese, mediante contributi a fondo perduto e l’eliminazione del limite del credito di imposta per gli affitti, nonché sostegno al turismo organizzato. Basti pensare che il 40% dei pernottamenti presso le strutture alberghiere sia collegato ad eventi, meeting e congressi.
MICE Italia: 1° Settembre 2020, riapertura nazionale di eventi, meeting e congressi
Con il Dpcm del 7 Agosto 2020 a decorrere dal 1° Settembre 2020 la Meeting Industry può finalmente ripartire. Così pure la formazione medico-scientifica in presenza e dei provider ECM, duramente colpiti dal coinvolgimento del personale sanitario nell’ emergenza nazionale. La riapertura, resa nota anche mediante pubblicazione dell’ ANSA, avverrà secondo i protocolli stabiliti dalle Linee guida approvate dalla Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Si consente l’ organizzazione e la partecipazione ad eventi pubblici, secondo precise disposizioni che differiscono per ciascun comparto del settore turistico. Nell’ ottica di preservare la salute dei partecipanti cosi come delle aziende legate alle attività di organizzazione eventi; principio cardine, è garantire il distanziamento interpersonale sia frontalmente che lateralmente, ove possibile.
Per gli eventi sportivi, ad esempio, sarà possibile partecipare qualora non si superino i 1000 spettatori per stadi e strutture aggregative all’ aperto, e non più di 200 posti a sedere per impianti al chiuso. Salvo specifiche richieste degli enti organizzatori e previa autorizzazione del Presidente della Regione o Provincia autonoma. Gli eventi e competizioni di interesse nazionale e regionale, per i quali non potrà essere garantito il distanziamento e le norme anti Covid-19, sono consentiti solo a porte chiuse e senza la presenza del pubblico; così come già avviene per il Campionato Nazionale ed Internazionale di calcio, e di altre attività sportive di squadra e individuali.
Lo svolgimento delle manifestazioni pubbliche è permesso soltanto in forma statica. Sempre a condizione che siano rispettate le norme sulla sicurezza personale e misure di contenimento. Anche per gli spettacoli ed eventi in sale teatro, cinema, centri congressi e concertistici vale la regola vigente per gli impianti sportivi. Così pure per le strutture museali e di tutti gli Istituti e luoghi adibiti ad attività di divulgazione culturale, sociale e scientifica, che debbono assicurare ogni forma di prevenzione da contagio; gestendo l’affluenza dei visitatori mediante una fruizione contingentata. In termini numerici parliamo di un massimo di 100.000 visitatori annui.
A decorrere dal 1° Settembre, come esplicitato dal decreto governativo, sono finalmente consentite manifestazioni fieristiche e congressuali, ammesso che vengano poste in essere tutte le misure organizzative adeguate alle dimensioni e alle caratteristiche delle location che ospitano l’evento. Ovviamente, le Regioni e le Province hanno facoltà di disciplinare in altro senso qualora si verifichino situazioni potenzialmente problematiche, a garanzia della salvaguardia personale e collettiva.
Il nuovo volto della Meeting Industry
La pandemia epidemiologica ancora oggi in atto ha cambiato per sempre il volto di molte delle attività economiche e produttive del nostro Paese. Il settore degli eventi, insieme a quello della cultura, dell’ entertainment e di tutto il comparto turistico è stato probabilmente segnato in maniera più profonda di altri, e ne porterà le ferite nei mesi a seguire. Ma dopo tante attese, dunque la Meeting Industry può respirare una boccata di ossigeno. Una data, da lungo tempo sognata, da cui ripartire per la programmazione di congressi ed eventi, anche a livello nazionale, dopo che numerose Regioni avevano già permesso l’organizzazione di eventi a livello regionale. Un’ attesa durata 6 mesi per tutti i PCO, Meeting Planner e operatori del comparto; come fornitori di servizi di transfer, e servizi di catering. Senza dimenticare il personale di segreteria organizzativa ed amministrativa nonché tutte le professionalità e le location che dipendono direttamente o indirettamente dal circuito degli eventi aggregativi; come hostess e centri polifunzionali e congressuali. Non vi è dubbio che il prossimo futuro continuerà a metterci alla prova, e che le aziende che vivono di eventi, come noi di effe erre congressi, dovranno affrontare una seconda parte dell’anno difficile ed un inizio del 2021 fatto per lo più di incertezze e di incognite ma, possiamo dire, che forse il peggio è ormai alle spalle. Noi siamo pronti a ripartire.